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È un piacere sottolineare, ribadire e riaffermare il nostro sostegno al cinema di genere italiano. L’abbiamo dichiarato fin dal principio. Ma cosa intendiamo per cinema di genere?

Con l’espressione cinema di genere intendiamo un certo tipo di cinema popolare che fa uso di elementi provenienti dalla fantascienza, dal fantastico, dall’horror. Elementi amati dalla massa e non dalle persone colte. Per molto tempo, quindi, il cinema di genere è stato avvertito come quel cinema in piena contraddizione con il cinema autoriale; solo poi, con il successo di molti filoni di genere, alcuni di questi sono stati istituzionalizzati.

Una delle grandi colpe del cinema italiano è proprio quella di aver abbandonato il cinema di genere nel suo passato. Non terrò conto della commedia all’italiana, uno dei pochi filoni ad essersi reso protagonista del nostro cinema contemporaneo. Abbiamo lasciato l’horror alla fine degli anni ’80, il western alla dipartita di Sergio Leone, il giallo all’italiana alla fine degli anni ’70. Per non parlare dei generi che mai hanno interessato la produzione cinematografica del nostro paese come il cinema fantascientifico e fantastico (esclusi ovviamente i b-movie e le solite eccezioni).

Recentemente però, a partire dall’ultimo decennio, l’Italia sta vivendo un periodo di trasformazione (parlo ovviamente della produzione filmica): maggior attenzione viene concessa a prodotti di genere e maggior coraggio, spesso ripagato dalla risposta di pubblico, scorre nel sangue delle case di produzione. Tra gli esempi di maggior successo troviamo i due film firmati Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile (2014) e il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2017), AFMV – Addio fottuti musi verdi (2017) con protagonisti i The Jackal e il recentissimo Tito e gli alieni (2018) di Paola Randi per il genere fantastico-fantascientifico; ottimo riscontro anche per l’esordio alla regia dello scrittore Donato Carrisi con il suo La ragazza nella nebbia (2017) che segna l’inizio di una nuova vita per il giallo; altrettanto apprezzati anche Mine (2016) di Fabio Resinaro e Fabio Guaglione e Veloce come il vento (2016) di Matteo Rovere. 

Cosa ci dobbiamo aspettare nel prossimo futuro? I progetti in corso sono molti, vediamo i film che approderanno in sala nei prossimi due mesi:

  • THE END – L’inferno fuori di Daniele Misischia. Dal 14 agosto al cinema.

Sinossi: giovane economista rampante, Claudio (Alessandro Roja) ha un importante appuntamento di lavoro. Peccato che prima di giungere al piano, l’ascensore del suo ufficio decida di bloccarsi. Intrappolato in quella scatola, Claudio capirà ben presto che quello è l’ultimo dei suoi problemi: una misteriosa epidemia ha infatti colpito l’intera città di Roma e, da lì a poco, un’orda di zombie scatenerà il panico in ogni angolo della capitale. Compreso il suo ufficio.

  • Ride di Jacopo Rondinelli. Dal 6 settembre al cinema.

Sinossi: la storia di Max e Kyle, due riders acrobatici. Quando ricevono l’invito a partecipare a una misteriosa gara di downhill con in palio 250.000$, accettano senza esitazione per poi scoprire – ormai troppo tardi – di doversi spingere oltre i limiti delle loro possibilità fisiche e psicologiche. Quella che affronteranno sarà così una corsa estrema per la sopravvivenza. Scritto e prodotto dai registi di Mine.

Per sapere qualche informazione in più di questo attesissimo film clicca qui.

  • La banda Grossi di Claudio Ripalti. Dal 20 settembre al cinema.

Sinossi: una storia vera quasi dimenticata, vicende tramandate oralmente per generazioni sullo sfondo di una terra difficile, le Marche, e che hanno tutti i connotati epici e romantici per poter intrattenere il grande pubblico internazionale. Un’emblematica banda di briganti che nel 1860 mise a ferro e fuoco la provincia di Pesaro e Urbino con omicidi, grassazioni, violenze e furti d’ogni tipo, guidata da un capobanda fiero e irriverente, uno che ha alzato la testa in un momento in cui tutti tacevano…

N.B.: le sinossi proposte sono quelle finora concesse dalle relative case distributive.

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