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Dopo il buon successo riscontrato al Sundance Festival, il 15 di febbraio sbarcherà al Berlino Film Festival “Unsane”, il nuovo film diretto da Steven Soderbergh (Traffic, Ocean’s Eleven).
La curiosità che aleggia intorno al thriller psicologico viene alimentata oltre che per la fama del regista dal fatto che l’intero film è stato realizzato con un Iphone.
Il modello non è stato specificato ma supponiamo si tratti di Iphone 6s o Iphone 7 vista la risoluzione 4k e il timing di produzione.

Dal trailer è chiaro che la qualità fotografica non sia inferiore ad un normale film mandato in sala, ovviamente merito del comparto tecnico complementare all’iphone (ottiche, luci, postproduzione) e della trouppe.

“Chiunque guardi questo film senza essere a conoscenza dei retroscena produttivi non avrà idea che è stato realizzato con un telefono”

Era importante raggiungere un livello tecnico pienamente in linea alla media delle pellicole per non avere problemi con la distribuzione, perchè se ad oggi un film può essere realizzato anche con una produzione low budget rimane quasi una missione impossibile trovare l’interesse dei distributori con prodotti limitati sul piano tecnico.
Soderbergh, che ha deciso da anni di abbandonare le grandi major per dedicarsi a progetti indie su cui può esercitare il completo controllo, non è però il primo ad aver realizziato un film usando un Iphone, Sean Baker nel 2015 aveva infatti realizzato e presentato al Sundance “Tangerine”.
La principale differenza tra i due film sta nel fatto che Baker per Tangerine aveva scelto un Iphone 5s per poter tagliare sui costi di produzione e solo in un secondo momento ha constato i benefici di questa soluzione anche per fini narrativi mentre nel caso di Unsane il discorso riguarda aspetti più “filosofici e innovativi” come dichiara lo stesso regista:

“Sto giocando una partita a lungo termine… cercando di sviluppare un approccio economico diverso alla realizzazione di un film, distogliendo
l’attenzione dalle spese, l’equipaggiamento, l’infrastruttura tradizionale e capace di concentrarsi sul cuore di raccontare una storia.
Le performances, la regia, possono aprire una via a molti aspiranti filmmakers che possono beneficiare del loro talento ma non dei soldi…”

La direzione di Soderbergh sembra essere chiara, allontandosi per primo lui dall’industria delle major sembra voler contribuire allo sviluppo del movimento cinematografico lavorando a favore delle idee piuttosto che del marketing.
Per Soderbergh “Unsane” non è solo un thriller o uno dei primi film realizzati con un telefono, l’obbiettivo era dimostrare la fattibilità commerciale di film al di fuori dell’ecosistema degli Studios.
Siamo perciò curiosissimi di vedere Unsane e scoprire se riceverà consensi anche a Berlino, ma soprattutto rimaniamo sintonizzati sulle prossime iniziative di Steven o di chi ne seguirà le orme, sperando che la democratizzazione del cinema che il digitale aveva lasciato sperare senza mai compiersi veramente possa trovare nuova linfa.

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