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A volte per disegnare può bastare una macchina fotografica, lo abbiamo scoperto grazie all’arte del fotografo Hiramatsu Tsuneaki.
Le lucciole, che fortunatamente per i giapponesi ancora abitano boschi e risaie, sono i pennelli che il fotografo ha impiegato per colorare la sua tela.
Le scie luminose gialle immerse nell’oscurità delle lucciole sono state catturate grazie alla tecnica dell’otturatore lento, lo slow shutter, ovvero tempi di esposizioni molto lunghi e aperture di diaframma importanti per imprimere sul sensore la scarsa luminosità delle lucciole.
Fotografare le lucciole è un lavoro molto faticoso, bisogna conoscere i periodi di accoppiamento, le varie specie ( ci sono molte specie di lucciole, in questo caso si trattava delle Genji Botaru) ma soprattutto fare i conti con tantissimi problemi pratici come l’obbligo di scattare ovviamente in condizioni di buio totale e tutte le complicazioni che questo comporta. Un suggerimento che possiamo darvi è quello di utilizzare teleobiettivi che “schiacciando” l’immagine riescano ad includere più lucciole insieme. I tempi di esposizioni lunghi faranno si che le stesse lucciole possano comparire in diverse parti della fotografia, oltre che limitare gli Iso per evitare di produrre eccessivo rumore.
Se per caso vi trovaste in Giappone e desideraste replicare gli scatti di Tsuneaki, potrete farlo al santuario Tennoohachiman, vicino alla città di Niimi, oppure vicino al fiume nei pressi di Okayama City.
Ricordate che le lucciole in Giappone sono protette dalla legge ed è proibito fotografarle con il flash nel periodo della riproduzione e anche i display delle vostre camere devono essere oscurati.
In ogni caso non perdetevi queste fotografie oniriche, che lasciano anche l’amaro in bocca per la poca salvaguardia che ne abbiamo avuto in Europa.

 

 

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