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Negli ultimi giorni è uscito sul canale ufficiale del National Geographic un nuovo documentario che si occupa del famoso scultore Mark Coreth.
Per chi non lo conoscesse Mark Coreth è uno scultore divenuto celebre per aver realizzato numerose opere che ritraevano animali in movimento, e famoso è diventato anche il suo personalissimo iter creativo.
Londinese nato nel 1958, Mark viene però subito inviato alla fattoria di famiglia in Kenya dove trascorre la sua infanzia.
In mezzo agli animali e alla natura selvaggia muove i suoi primi passi sviluppando una grande passione per la natura, l’esplorazione e incontrando per la prima volta i temi cardini che lo avvicineranno alla scultura.

“La natura selvaggia in Africa è estremamente diversa, così eccitante e piena di movimento, con molti personaggi diversi ad abitarla.
Tutti questi aspetti convergono nella mia scultura”.

Mark non ha mai ricevuto nessuna formazione artistica tradizionale, non ha frequentato nessun istituto d’arte o preso parte a corsi.
La sua abilità si basa esclusivamente sulla dedizione, il duro lavoro e alle sue esperienze d’infanzia.
Le sue sculture riflettono la sua istintiva comprensione del comportamento e della fisicità degli animali scolpiti.
Utilizza la plastilina e l’argilla per catturare la violenza, il movimento o la libertà degli animali che incontra nei suo safari, dove non si limita ad osservarli ma inizia sul campo a scolpirli in piccoli bozzetti che conclude
in secondo tempo nel suo studio.

“Per me è fondamentale trovarmi faccia a faccia con il soggetto, solo allora puoi dire di aver realmente collaborato con lui”.

Con il tempo si è guadagnato il titolo di “maestro della scultura animale in movimento”, e la sua commissione più famosa sino ad oggi è stata un enorme elefante alto quasi 5 metri.
Proprio intorno all’incontro tra Mark e alcuni esemplari di elefanti ruota il documentario selezionato da National Geographic per il “The Short Film Showcase” che trovate qui sotto:

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