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Durante la cerimonia di premiazione del 4° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, a seguito dei canonici ringraziamenti e complimenti per la qualità espressa dai film presentati, Francesco Virga, membro della giuria ufficiale e produttore di MIR cinematografica, ha elogiato il cinema documentario italiano: secondo il giurato infatti il cinema del reale in Italia è più vivo che mai ed esplode nella sua originalità a fronte di un cinema di finzione che tende a chiudersi nella sua stanza. Mi trovo completamente d’accordo con il suo discorso (anche se ho molte riserve sulla stoccata critica nei confronti del cinema di finzione italiano contemporaneo) e questo festival, che rappresenta uno dei pochi luoghi d’espressione della nuova produzione documentaristica italiana, ne è l’esempio.

Protagonista assoluto di questa edizione è stato Strange Fish di Giulia Bertoluzzi.

Il film racconta della triste attività di un gruppo di pescatori della città di Zarzis nel sud della Tunisia. Dai primi anni del XXI secolo nel golfo di Zarzis, a causa delle correnti, giungono i corpi senza vita dei migranti che partono dalla Libia. Il documentario racconta le iniziative di soccorso che i pescatori di Zarzis portano avanti con un senso di solidarietà incredibile. Guardando il documentario di Giulia Bertoluzzi mi è subito venuto in mente Terraferma di Emanuele Crialese: il punto di vista assunto era anche in questo caso quello dei pescatori (siciliani). E c’è una frase che mi aveva colpito profondamente di quel film, una frase che trovo perfetta anche per descrivere il bellissimo documentario di Giulia Bertoluzzi: “Una volta in questo mare si pescavano pesci: ora si pescano uomini, vivi o morti“.

Strange Fish si è aggiudicato il premio Paribas della Giuria Giovani (Studenti delle scuole e università di cinema milanesi) e la menzione speciale della Giuria Ufficiale per il Concorso Italiano:

Per il calore e la sensibilità con cui è stata trattata una tematica delicata. Per il coraggio e l’intraprendenza con la quale la regista ha girato in zone difficili. Per l’amore dimostrato nell’entrare in contatto con la comunità locale. Per l’inedito punto di vista adottato.

Per la capacità di affrontare in modo poetico e coinvolgente un tema fondamentale del nostro tempo, con il coraggio di assumere come centrale il punto di vista delle persone della riva sud del mediterraneo.

Giulia Bertoluzzi ha fatto sapere inoltre che alcuni dei protagonisti del film, tra cui Chamseddine (capo dell’associazione dei pescatori di Zarzis) sono attualmente in carcere ad Agrigento con l’accusa di essere trafficanti di esseri umani. L’udienza è fissata per domani.

Il primo premio della Giuria Ufficiale è andato invece a L’ora dell’acqua di Claudia Cipriani.

Il film racconta la storia di Mauro, un sommozzatore che lavora a grandi profondità sotto le piattaforme petrolifere. Per farlo deve vivere in una piccola camera iperbarica per la maggior parte dell’anno (I periodi di pressurizzazione durano 28 giorni). Nel tempo libero gli piace insegnare al suo piccolo amico Milo come immergersi e gli trasmette la passione per il mare e le sue leggende. A un certo punto, mentre è al largo della Libia, Mauro si rende conto di essere stufo della vita sulle piattaforme e cerca di realizzare il suo sogno d’infanzia: recuperare le navi affondate.

La Giuria ufficiale lo ha premiato con questa menzione:

Un film d’avventura interiore, mentale, fantastico, dove la levità dell’infanzia si realizza attraverso una visione di un mondo in cui l’acqua è l’elemento vitale per la vita e l’immaginazione. La regista controlla con mano ferma la sostanza del suo cinema, manipolando la materia filmica in un flusso liquido di immagini piene di sentimento e sogni ad occhi aperti.

Per quanto riguarda l’acquisizione dei diritti da parte della Rai, il riconoscimento è andato a I vetri tremano di Alessandro Focareta. Il film racconta la comunicazione tra il regista stesso che vive a Cuba e la madre malata di cancro in Italia. Uno dei pochi esempi di cine-saggio sbarcati in sala e che ha raccolto un riconoscimento importantissimo.

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