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Raccontateci: come è nata e si è sviluppata la vostra idea?

L’idea è nata nel 2019 a Como da due amici di 22 e 23 anni, Clara Latorraca e Tommaso Siviero, con la passione per il giornalismo e la comunicazione. L’esigenza era quella di creare un modo per avvicinare i giovani al giornalismo e viceversa, permettendo di capire i meccanismi del sistema dei media e fornendo competenze per riuscire a mettere le mani in pasta. Con l’aiuto del giornalista comasco Michele Luppi e di Cinzia Storiale di Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione è stato scritto il progetto, che ha vinto il bando YouthBank di Fondazione Comasca. Poi c’è stata una call indirizzata a giovani interessati. Il progetto è iniziato con un gruppo di 15 persone e da lì è diventato quello che è oggi: un laboratorio di giornalismo partecipato dove giovani interessati possono mettere in pratica e migliorare le proprie capacità di scrittura, fotografia, video e comunicazione. Da una parte c’è l’obiettivo di fare da ponte tra scuola e mondo del lavoro in una professione estremamente chiusa come il giornalismo, c’è poi la voglia di fare divulgazione di buoni esempi di giornalismo, di fare formazione e anche di costruire spazi per permettere la partecipazione giovanile.

Che tipo di attività organizzate?

Dall’ottobre 2019, una volta costituitesi la redazione, per circa sei mesi abbiamo seguito un corso di formazione coordinato da Michele Luppi. Abbiamo avuto molti formatori del calibro di Christian Elia, Philip di Salvo, Mattia Vacca, Lorenzo Bagnoli. Prima della quarantena abbiamo organizzato una serie di eventi sotto il nome di #mettiaFuoco, aperitivi aperti al pubblico durante i quali invitavamo personalità del giornalismo come Sara Manisiera, giornalista freelance parte del collettivo FADA, che ci raccontavano la loro esperienza e si sottoponevano alle domande curiose del pubblico. Con il lockdown ci siamo dovuti reinventare e abbiamo trasferito #mettiaFuoco online. Questo ci ha permesso di arrivare a fare dirette con Nancy Porsia, giornalista freelance e producer esperta di Medio Oriente e Nord Africa, Alessandro Galimberti, presidente dell’ordine dei giornalisti ed molti altri.

Finita la formazione abbiamo deciso di produrre anche noi qualcosa grazie alle conoscenze acquisite e guardando al panorama giornalistico in pieno sviluppo ci è sembrato sensato puntare sulla realizzazione di un documento multimediale: il Web-Doc.

Cosa amate particolarmente dei Web-Doc e cosa volete raccontare?

Abbiamo scelto un Web-doc come format per il nostro primo lavoro perché questo ci avrebbe permetto di essere molto creativi, utilizzare le nostre capacità di scrittura, foto, video e di programmazione, perché anche il sito è stato interamente realizzato da noi. L’essere estremamente multimediali ci ha permesso di arrivare ai più giovani e soprattutto ci ha consentito di portare avanti quel giornalismo di approfondimento in cui crediamo. Ci è voluto molto tempo per realizzarlo, tra un’ondata pandemica e l’altra, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e il risultato sembra piacere. Cioè che abbiamo scelto di raccontare con il nostro Web-Doc è a che punto siamo arrivati nel rapporto con il nostro territorio. La redazione è composta da ragazzi e ragazze tra i 15 e i 25 anni della provincia di Como: vivendo in un territorio così rinomato dal punto di vista paesaggistico ci siamo chiesti quanto fosse sostenibile il nostro approccio con il territorio, troppo spesso visto solamente come sfondo per i film hollywoodiani e passeggiate romantiche. L’abbiamo chiamato Lago della Bilancia, con l’intento dichiarato di rimettere il Lago al centro dell’immagine, del dibattito pubblico e ridare soggettività all’ecosistema lacustre in cui viviamo. Dal Lago di Como dipende tutto: la nostra economia, la nostra società, le nostre radici. Il documento multimediale è infatti diviso in 3 capitoli: il primo si chiede come sta il nostro lago, il Lario, e per rispondere a questa domanda abbiamo collaborato con realtà come l’Università Insubria, Legambiente e Proteus. Nel secondo capitolo ci siamo chiesti in quale direzione stiamo andando, se questa direzione è sostenibile e quali spunti ci ha dato il Covid per ripensare al settore turistico e allo sviluppo economico del territorio. Infine, nel terzo capitolo ci siamo chiesti quale ruolo svolgono i giovani, che rapporto hanno con il territorio lariano e, tra i sondaggi e le interviste è venuto fuori un quadro interessante. Il finale è aperto possiamo dire, lanciamo domande e provocazioni a cui vogliamo avere risposte. FuoriFuoco quindi non finesce qui, questo è l’inizio di un percorso che vuole aprirsi e accogliere tra le sue file sempre più giovani interessati.

In questi anni di attività avete notato qualcosa di particolare? Ad esempio, più attenzione e partecipazione di fasce non giovanissime? Oppure il contrario?

Ciò che abbiamo potuto notare all’inizio, con gli eventi di #mettiafuoco, è stato che c’era molto interesse da parte dei nostri coetanei. Subito prima del lockdown abbiamo fatto un evento con Sara Manisera. Era il 14 febbraio, San Valentino, e più di 40 ragazzi e ragazze erano con noi a parlare di caporalato e filiera alimentare, un bel risultato! Diciamo che la forchetta di età piano piano si è ampliata in entrambe le direzioni, sebbene la nostra base di partenza fosse quella dei nostri coetanei (20-25 anni), ad ora raggiungiamo anche studenti del liceo e adulti. Iniziando a insistere con la comunicazione anche su Facebook siamo riusciti a raggiungere un numero maggiore di adulti, che, per esempio, non trovavamo su Instagram. Possiamo dire che l’utilizzo congiunto dei social ci ha aiutato ad arrivare a fasce diverse e l’uscita del Web-Doc, con eventi annessi, ci ha permesso di alzare l’età media dei fruitori, sebbene i giovani (dal liceo in su) rimangano sempre una solida base. Nei prossimi mesi abbiamo in programma di entrare nelle scuole, così da raggiungere fasce di ragazzi e ragazze ancora più giovani e provare a organizzare con loro dei momenti di sensibilizzazione sul territorio e, speriamo, di trovare nuovi membri della redazione.

Quanto è importante per voi sensibilizzare riguardo tematiche ambientali e quale pensate possa essere il vostro ruolo?

La tematica ambientale ci sta molto a cuore e la sentiamo come urgente e importante, soprattutto in questo particolare momento storico. Sicuramente la porteremo con noi nei futuri progetti sempre un occhio di riguardo. Con Lago della Bilancia il punto di partenza è stato proprio questo. Poi, in quanto aspiranti giornalisti possiamo dire che, posto l’obiettivo della sensibilizzazione e responsabilizzazione del lettore sulla tematica, come mezzo usiamo strumenti del giornalismo, quindi il racconto informato e approfondito accompagnato dalle suoi corrispettivi multimediali che ne facilitano la fruizione. Il nostro ruolo è e sarà sempre quello di dar voce alle persone e ai temi centrali dei territori, contestualizzando accuratamente la situazione per poi lanciare suggerimenti propositivi che possano aiutare alla risoluzione del problema.

 

Vi invitiamo a seguire FuoriFuoco su Facebook, Instagram e sul loro sito ufficiale!

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