Ciao Laura, ti abbiamo scoperto grazie a una tua mostra tenutasi a Monza. Vuoi raccontarci un po’ il tuo percorso? Quando hai iniziato ad appassionarti d’arte e hai iniziato disegnare?
Piano piano ci sono arrivata.
Piano piano.
Step by step. Premetto.
La strada é faticosa ma divertente il percorso non é finito. È vero sono in un limbo ora, ma so che tanto deve arrivare.
Il mio percorso é stato molto lineare.
Liceo artistico e Accademia di Belle Arti di Brera dove ho seguito scenografia e costume per lo spettacolo.
In quei meravigliosi 5 anni ho sfruttato a pieno qualsiasi occasione si presentasse.
Ho scoperto questo mondo alle scuole medie le prime sperimentazioni di tecniche e materiali, le prime conoscenze a livello teorico.
Avevo un insegnante eccezionale a dirla tutta, ma in questo senso mi ritengo molto fortunata.
Credo sia questo che contraddistingue la mia formazione e mi ha condizionato piu di tutto.
Gli incontri.
Le mie insegnanti donne.
Donne capaci di trasmettere sensibilità, inquietudine, bellezza essenziale della realtà onirica e terrena.

Lo stile dei lavori esposti alla mostra è molto particolare, è l’unico stile con cui ti approcci al disegno o ti piace sperimentarne altri?
Il disegno…
In se lo concepisco cosi… Schizzo o scarabocchio. La prima traccia.
Carta e matita.
Legno acrilico e olio.
Contrasti.
Sperimento tanto.
Materiali supporti tecniche diversi ma l impronta é la mia. Diversità nell unità.
Che siano tessuti, cuciture, tinture e fili o carta, olio acrilico e grafite mi muovo nella stessa direzione a volte statica e superficiale, o dinamica e altalenante come la vita. Basta ascoltarsi e lasciare scorrere.
Fondamentale é il gesto irrazionale, mediato successivamente dall’ intervento della ragione, dall inquadratura o dall inscatolatura.
A proposito, in questa piccola mostra ho scelto di portare il dettaglio , il mondo delle “cornicette” come lo definisco.
Il piccolo e prezioso. L’ equilibrio composto, per mostrare e dimostrare il valore della semplicità.
Come diceva Munari :”complicare é facile, semplificare é difficile”. E di questo faccio un mantra.
Cerco un equilibrio dinamico, che valga universalmente.
Il bello e la superficie a volte hanno un valore a se stanti, ma non sono da sottovalutare, io li reputo elementi necessari, come la cornice, che unisce e differenzia lo spazio, collega interno ed esterno, alto e basso.
L importante é condividere l aria e le sue molecole.

Quali sono le principali fonti d’ispirazione dei tuoi lavori?
In origine c’é un bagaglio, una valigia fatta di pensiero ed esperienze, letture, immagini, fotografie…
Convinzioni e contaminazioni.
Il caso é una risorsa illimitata.
Le rappresentazioni sono filtrate dal vissuto fisico e mentale.
Film, realtà , gesti, parole si riuniscono e si collegano linearmente.
Cosa vuoi esprimere attraverso la tua arte?
Semplice e chiaro _fermati e stai.
Prova.
Un alta dimensione ti aspetta .
Guarda dentro _guarda fuori sopra e sotto.
Alt_stop.
non arrivo non é nulla .
Il momento. Qui ed ora.
Intorno. Il mondo tante luci. Tante case tanto spazi intimi ma se aperti connessi.

Quali sono i maestri del passato che ti hanno fatto innamorare di questo mondo? Ed oggi quali sono gli artisti che ami seguire?
Le fonti.
Da italiana il classico e i grandi maestri del passato.
Guardo a tutto in realtà, scoprendo il lato positivo bello e apprezzabile a parer mio.
Posso citare l’ uovo di Piero della Francesca?
Quella dimensione prospettica e sospesa!
Dalle avanguardie storiche l arte che si apre alle possibilità, alla vita.
Surrealismo e dadaismo. Amo Miró.
Cerco nel vecchio e nel contemporaneo.
Devo citare le mie preferite, Francesca Woodman Louise Bourgeois e Marina Abramovic.
Spazio e corpo. Donne.

Le tue opere saranno esposte al The Bank di Monza fino al 30 settembre. Hai in programma altre mostre?
Magari!
No, per ora no. Non sono brava a vendermi. Non so farmi pubblicità.
Se ci sono proposte… Sono pronta!
