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Lo spazio del suono:
una mostra personale dell’artista Andrea Greco nel cuore di Milano.

 

“Dovunque ci troviamo, quello che sentiamo è sempre rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba, quando lo ascoltiamo ci rendiamo conto che ci affascina”. John Cage

 

Sarà dolce tacere” è il titolo della mostra che vede come protagonista Andrea Greco (classe 1978), presso gli spazi della Galleria Mario Giusti HQ (Via Cesare Correnti, 14, Milano), dal 15 marzo al 14 aprile 2018.

Greco è un artista autodidatta che ha scelto come mezzo espressivo la pittura per rendere visibili stati d’animo e tensioni emotive. “E’ un linguaggio che vuole parlare all’anima dell’osservatore, toccare le corde della sensibilità”, ama ripetere l’artista. Ciò che accomuna i vari cicli pittorici, infatti, è un lessico fortemente intimista fatto di stesure e pennellate, a volte gettate con carica espressiva sulla tela, altre volte più meditate e riflessive, realizzate con pigmenti ma anche con materiali anticonvenzionali come il catrame.

Da un anno a questa parte la ricerca di Greco si è focalizzata sul rapporto fra arti visive e musica: ecco allora che nascono “Le Muse”, una serie di lavori che risultano essere la traduzione visiva di emozioni e ricordi suscitati dall’ascolto di musiche. È da questo ciclo che nascono i lavori ospitati presso lo Spazio HQ, risultato di una ricerca e studio sul più ampio senso del suono come essenza e natura pulsante di ogni elemento. Questa volta, infatti, ciò che ha guidato la mano dell’artista non sono stati ascolti di particolari musiche, come era accaduto per Le Muse, ma bensì il “rumore della terra”. Ebbene il nostro pianeta risulta essere il produttore di un ronzio costante, chiamato dai geofisici “oscillazione libera”, e catturato per la prima volta nel 2017 sul fondo dell’Oceano Indiano.

Agli occhi dell’artista tale avvenimento è apparso come simbolico, un invito silenzioso rivolto all’individuo, nello stare in “ascolto” della natura.

È stata questa sensibilità che ha portato ad avviare rapporti di scambi e conoscenze fra l’artista e personaggi del mondo della cultura, come Ludovico Einaudi, compositore e musicista di fama mondiale che ha realizzato una toccante performance dal titolo “Elegy for the Arctic” fra i ghiacci del Polo Nord, qui il compositore ha suonato un pianoforte a coda su una piattaforma galleggiante, per sensibilizzare sul problema dell’Artico.

Da questo incontro, dell’attenzione di Greco verso questo tema e dall’ascolto dei suoni dell’universo, si concretizzano tali lavori, una sorta di alfabeto primordiale, dove l’andamento del segno/colore è frutto di una particolare rielaborazione della mente dell’artista. Nasce così un linguaggio “sensibile”, una scrittura generata da  flussi energetici e propulsivi che ancora oggi come nell’antichità riescono a stimolare un potere creativo nell’individuo, sia esso artista o osservatore… Ecco perché dinnanzi ad essi “sarà dolce tacere”.

Francesca Lucioni

 

 

Per maggiori informazioni:

Mario Giusti HQ

Andrea Greco

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